giovedì 9 ottobre 2014

Genuini sapori






La montagna è simbolo del sapore genuino, di luoghi incontaminati, quasi, dove ancora si vede il fondo dei torrenti, la vegetazione che cresce florida nelle sue svariete specie
La gente del luogo e' attaccata e gelosa della sua terra e ne rispetta il valore.
Anche se putroppo diverse specie di animali sono oramai in via di estinzioni...rimaste vivi pochissimi esemplari che se ne guardano bene di mostrarsi agli occhi della razza che li ha distrutti.

Sapori che per molti sono ormai lontani, forse per alcuni nemmeno mai goduti, capiti apprezzati , per altri sono solo dimenticate,emozioni che si snodavano fra sudore e armonia, fra tristezza e gioia, fra verità e silenzi, fra volontà e stanchezza , oggi tutto questo soppiantato dalle comodità che il progresso ci ha regalato

I monti, luoghi dove ancora uomini , ambiente ed animali convivono in perfetta armonia , scambiandosi reciprocamente , doni, gratitudine.
Contesti dove tutto è ancora possibile, dove ancora l'uomo può sentirsi se stesso, ad un passo dall'eternità..


Una figura che ancora vive sui nostri monti è il guardiano di mandrie bovine.
Quando arriva il tempo di portare le mandrie al alta quota. il montanaro, abbandona casa, famiglia, amici e abitudini quotidiane per vivere ad alta quota per più di 100 giorni.
Vive così in una solitudine interrotta solo da isolate discese a valle, da visite saltuarie dei familiari e dei proprietari delle mucche, o dal passaggio di qualche turista.

La settimana lavorativa, degli arpians, ( così sono chiamati i guardiani di mandrie) non conosce nè sabati nè domenica, inizia prima dell'alba e termina la sera.
Verso le quattro di mattina, i pastori iniziano, la loro giornata, con la mungitura delle mucche, poi le mandrie vengono condotte al pascolo, vengono irrigati i pascoli, e si comincia a lavorare il latte appena munto

La mandria, sul versante erboso, bruca mentre il pastore arrampicato su uno spuntone si assicura una buona vista sulla mandria.
E da lì da' i suoi ordini ai cani affinché impediscano alle mucche di disperdersi e invadere le superfici erbose che serviranno al loro nutrimento nei giorni successivi

IL silenzio scende sull'alpeggio, dando al tutto un sapore particolare, a tratti, si ode, qualche campanaccio o l'abbaiare dei cani se un intruso si avvicina.
Dopo la siesta pomeridiana inizia la seconda parte della giornata, che è pressoché uguale alla prima. Così si arriva alla sera e a un buon sospirato piatto di polenta.
Cantando piccole filastrocche

Dall'acqua
un po' di sale
e di farina
di meliga
Un paiolo
un bastone
un bel
fuoco di legna.
Due braccia
che rimestano
per un'ora.
E' tutto
ciò che ci vuole
per fare
la polenta
non è
molto
ma quanta gente
nel tempo
hanno saziato
dell'acqua
un pò di sale
e di farina
di meliga


Spunto tratto dal libro "la mntagna" di E. Dulevant


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