giovedì 9 ottobre 2014

Vicini all'immenso





Ci fu un tempo, in cui le alpi erano la mia meta, la mia aspirazione, il solo luogo dove poter passare un momento sereno, felice e spensierato e pieno di promesse. Avevo sempre con me un libro di poesia: semplice e genuina. La stessa che sentivo nel mio cuore. Racchiuso in esso avevo tante speranze ,nella mia mente albergavano mille sogni, insieme a tanta voglia di vivere amare e correre, per sentire , riflesso, dentro me tutto l'azzurro di un cielo meraviglioso 

Vidi al tramonto il ghiacciaio del monte rosa tingersi di mille sfumature rosa. .
Vidi il monte bianco sgombro da nubi, annuciare dalla sua postazione la sua potenza al mondo.
Vidi il Cervino, unico solitario e irripetibile tesoro alpino.
Vidi il cuore del gran Paradiso, dolce, bellissimo , tenero vivace nei suoi colori nelle sue forme , come un bambino.
Vidi il Gran Sambernardo, il suo delizioso laghetto, una deliziosa ochetta che tranquilla e indisturbata nuotava nell'acqua. Di quei monti toccai la neve del ghiacciaio che mai si scioglie. Mi sedetti sulla vetta più alta, e guardando ora il cielo, ora le montagne, ora l'infinito sotto di me, mi sembrò di essere in un mondo che nn faceva parte del mio mondo. Mi parve di vedere in quelle vette l'essenza di un dio: dolce e buono, ma severo e implacabile . Rimasi incatata quando scoprii sui costoni di quei monti, piccoli cespugli di fiori bianchi, timidi ruscelli di acqua fresca, e giovani salti d' acqua che scendevano dall'interno di un grande masso che sembrava, miracolosamente, appoggiato al terreno .
Vidi il piccolo San bernardo e la sua valle.
Vidi la Valtellina, il vicino ghiacciaio del Bernina, che dominava la vallata,
Vidi i piccoli e caratteristici paesi, dell' ALta e bassa Valtellina , le sue verdi valli, che per km costeggiavano la strada che dalla frontiera della zona franza, porta a Bormio. Li per quella strada mille ponti su torrenti indimenticabili, tanti laghetti, a volte interrotti da una diga.
Vidi il passo dello Stelvio, col suo paesaggio , impervio , che infondeva intorno un atmosfera quasi spettrale avente qualcosa di magico, tanto che incanva chi passava di lì. fermandosi a guardare tutto ciò che apapriva davanti ai suoi occhi .
Vidi il passo Gardena, era d'inverno, ne ebbi quasi paura. Una montagna bellissima, ma che nelle notti in cui la neve fiocca e il vento soffia senza tregua, ti può apparire come una mano crudele che vuole spazzarti via, Ma poi, tornato il sole e placato il vento , ti scopri a dimenticare la precedente impressione. La montagna , illuminata dal sole ,la sua vetta libera da nubi ,che pare sfiorare il cielo, nn puoi che infonderti una sensazione di benessere .
Vidi il cadore, il suoi laghi, i suoi boschi, le sue imponenti cime di Laveredo e poi ancora avanti , il paesaggio che regala la strada che dal Cadore porta alla marmolada.
Vidi marmolada :un luogo indescrivibile. Come unico e indescrivibile è il percorso che porta , dalla Marmolada fino al passo delle tre Croci, e poi ancora avanti fino al passo del Pordoi, per poi scendere e poi ancara risalire dal delizioso paesino di Moena, al passo di San pellegrino .

In questo meraviglioso tratto delle alpi, un susseguirsi, di cantene montuose, disegano insieme ai boschi alle cascate e ai torrenti, un paesaggio mozzafiato. D'inverno quando la neve è adagiata sui prati e sui rami degli alberi da la sensazione di essere in un mondo incantato , abitato da , streghe, fate e folletti, hai las ensazione di vedere apparire che babbo nel cielo con la sua slitta trainata dalle renne . Dal camino delle poche case isolate della zona, foriesce una colonna di fumo grigio, che infonde nell'aria un buon profumo di buona legna bruciata nel camino. Mi ricordo un pomeriggio verso il tramonto , ero sola all'inizio del bosco , nn molto distante dalla strada. Dovevo tornare alla macchina dove mi aspettavano i miei che erano tornati dai campi da sci. Ero in mezzo a quei monti, nel silenzio più totale, avevo quasi paura ,ma ero affascinata nn riescivo a decidermi ad andar verso la macchina , poi lo squillo del cellulare mi richiamò alla realtà, la voce di mia figlia più piccola mi ricordò che stava facendo buio.
Vidi il passo di san Pelligrino e i passi laterali ancora più belli , dove le montagne sembra quasi che ti tocchino, peccato che d'inverno e il giorno nn durava che poche ore, mi sono sempre chiesta, come fossero quegli angoli di paradiso, in una notte d'inverno quando il cielo era sereno e la luna e le stelle illuminavano tutto intorno.
Vidi i paesini a valle. Vidi posti meravigliosi
Guardavo senza mai stancarmi: boschi, laghetti , cascate, torrenti,.le mucche, i falchi, i corvi, le farfalle, e ttuto ciò che di piccolo o grande appariva ai miei occhi, nulla sfuggiva, tutto mi fermavo a osservare cercando di imprimerlo nella mia memoria per nn dimenticarlo più. Un po' come si fa quando si è felici insieme alla persona che si ama
Delle alpi, dalla Marmolada fino al monte Bianco , avrei voluto conoscere ogni anfratto, ogni lembo di terra .
Quei monti, tanto belli ma anche tanto misteriosi, in alcuni punti sembrava volessero imprigionarmi da quanto era stretta la gola delle montagne fra cui mi trovavo . Le loro vette, i loro costoni in pietra , sembravano, dar vita a mille figure dipinte sulla tavolozza del cielo, che parevano addirittura animarsi, quando la neve veniva spostata dal vento.
Nei giorni sereni, il grigio dei monti spiccava contro il cielo azzurro in un contrasto unico al mondo.
In alcune punti delle alpi, nelle sere dai rossi tramonti, il grigio dei monti prendeva il colore del rosa.
La a sera a volte mi succedeva di nn riuscire a staccare gli occhi da una luna particolare che sorgeva da dietro il monte di fronte a me.
A volte dopo un temporale, un meraviglioso arcobaleno si estendeva da una vetta a un’altra, e piccole nuvole bianche si posavano sulla cima delle montagne .
Lassù in mezzo a quelle vette maestose e impervie,mi sentivo un puntino . Ricordo il vuoto, se guardavo sotto di me, Ricordo l'infinito, se guardavo davanti a me, Ricordo l'azzurro se alzavo gli occhi verso il cielo.
Sarebbe bastato un passo falso, per farmi cadere nel vuoto, e nn far rimanere di me, che le le briciole. 

Ho pensato, mentre ero su uno dei tanti passi alpini, come sarebbe stato bello essere un aquila, spiccare il volo, e sorvolare tutte le cime del passo, fermarmi a riposare ora qui ora là, E di notte riposarmi nel mio nido, a guardare le stelle, mentre intorno regnava silenzio. Ho immaginato come sarebbe stato bello essere un cerbiatto, e nella mia corsa toccare torrenti, cascate, e riposarmi all'ombra degli abeti . Ho sorriso all'idea di essere uno scoiattolo, che costruita la sua tana , nel tronco di un albero lesto si arrampicava fin sul suo ramo più alto, e poi riscendeva a terra e sgattaiolava per il bosco a cercar allegramente il cibo , per il periodo invernale.

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